Italia-Algeria e l’accordo sul gas

Nonostante le pesanti sanzioni imposte al Cremlino in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, la posizione di Putin sembra essere così forte da poter rinunciare al mercato europeo e permettersi di chiudere a tempo indeterminato il gasdotto Nord Stream 1, principale collegamento che trasporta gas naturale dalla Russia all’Europa.

Per tale motivo da diverse settimane i principali leader europei, tra cui Mario Draghi, hanno cercato di rinegoziare gli accordi con altri paesi esportatori per sopperire, specialmente in vista dell’inverno, a una parte di forniture che non arriveranno più dalla Russia.

L’Italia importa il 95,6% del gas che consuma dall’estero, attraverso gasdotti o via nave: nel 2021 sono stati importati 72,7 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 40% è arrivato dalla Russia, il 29% dall’Algeria e a seguire da Azerbaijan, Libia e Nord Europa. Solo di recente la situazione è cambiata, ed è l’Algeria ad essere oggi il primo fornitore di gas dell’Italia, a seguito di un vertice intergovernativo che ha confermato il partenariato nel settore energetico tra le due nazioni.

Ma facciamo un passo indietro, necessario a ripercorrere in breve quelle che sono state, nel corso della storia, le relazioni che intercorrono fra la Repubblica Italiana e quella Algerina, considerate di strategica importanza per il mantenimento di una certa stabilità nell’area dell’Africa Settentrionale.

L’ENI di Enrico Mattei

L’Algeria è oggi un partner strategico per l’Italia, una relazione di lunga data durante la quale si sono condivisi obiettivi quali “la creazione di un’area di sicurezza e prosperità nel Mediterraneo, il contrasto all’immigrazione clandestina, la lotta contro il terrorismo internazionale e la criminalità organizzata”.

In realtà la firma del primo testo ufficiale, il Trattato di Amicizia, Cooperazione e Buon Vicinato, è stata solo nel 2003, quando per la prima volta viene ufficializzato l’impegno ad un partenariato politico ed economico, ma i rapporti tra i due Paesi risalgono a trent’anni prima.
Nonostante l’energia non sia l’unico tema a legare Italia e Algeria, è sicuramente il più discusso: a partire dal 1972 l’azienda italiana ENI ha firmato i primi accordi con Sonatrach, società nazionale di idrocarburi algerina, per importare gas in Italia, e nel 1997 è stata completata la realizzazione di Transmed, conosciuto anche come “gasdotto Enrico Mattei”. Lungo più di 2000 km, collega una delle più grandi riserve di gas naturale del mondo, situata nel deserto algerino, alla Val Padana, passando per la Tunisia e attraversando dei condotti costruiti nelle acque del canale di Sicilia.

Protagonista della politica estera italiana dell’epoca fu Enrico Mattei, fondatore dell’ENI, che appoggiò segretamente il movimento insurrezionale FNL (Front de Libération Nationale, in arabo Jabhat al-Tahrīr al-Watani) sostenendo la causa dell’indipendenza algerina, all’epoca ancora sotto la dominazione dei francesi. La sua strategia era fondata sul rafforzamento delle relazioni tra le due sponde del Mediterraneo in chiave anti colonialista, e secondo alcune fonti l’ENI finanziava direttamente il Front de Libération Nationale portando materialmente denaro ai suoi rappresentanti. Mattei e l’ENI erano stati i primi a realizzare l’importanza strategica del gas, che all’epoca molti consideravano secondario rispetto al petrolio, e certamente dietro al suo appoggio vi era una ragione strategica basata sull’idea che un’Algeria indipendente sarebbe stata più riconoscente a chi l’avrebbe sostenuta nella sua lotta, ma non va comunque dimenticato che Mattei è stato partigiano della resistenza in Italia e ha sempre affermato con decisione di voler “contrastare il colonialismo e gli invasori”, facendo così sì che l’Italia intera appoggiasse politicamente la “nuova Algeria”.

E’ in questo contesto che nacque il progetto Transmed.

Mario Draghi ad Algeri

A luglio Mario Draghi si è recato ad Algeri in occasione del IV vertice intergovernativo tra Italia e Algeria, dove sono stati siglati 15 accordi che includono temi quali giustizia, sviluppo sociale, cooperazione industriale, transizione energetica e promozione culturale. Il “pezzo forte” riguarda però il fronte energetico: l’Algeria è di fatto diventata il nostro primo fornitore di metano, grazie al rapporto tra la Sonatrach e l’ENI, presente ormai nel paese da oltre 40 anni. Verranno così garantiti 4 miliardi di metri cubi di gas all’Italia che passeranno per il gasdotto Transmed.

Affianco a Draghi c’erano altri sei ministri, tra cui la Lamorgese, occupata in colloqui sulla questione delle rotte migratorie e ha affermato che “​​Italia e Algeria continuano a lavorare per la pace nel Mediterraneo, a partire dalla crisi libica e dalle difficoltà che affronta la Tunisia”.

Anche a livello economico i due paesi hanno relazioni consolidate: l’Italia è il secondo partner commerciale dell’Algeria tra i paesi dell’Unione europea, l’Algeria è il primo partner commerciale dell’Italia in Africa. Ma adesso la relazione italo-algerina vuole evolversi e diventare un pilastro della strategia per fare dell’Italia l’hub principale del passaggio del gas dal Mediterraneo all’Europa.

Mario Draghi e il Primo Ministro algerino Abdelmadjid Tebboune ad Algeri

Questo potrebbe segnare il definitivo salto in avanti nelle relazioni bilaterali, sempre ricercato e mai veramente realizzato.

Cosa potrebbe andare storto?

Secondo quanto riferito di recente dai media algerini la Sonatrach non sarebbe in grado di mantenere il nuovo impegno preso con l’Italia e garantire la produzione di gas naturale aggiuntivo necessario a soddisfare l’accordo.

Dall’altro lato invece la ENI smentisce questi rumors e prova a far chiarezza sulla situazione, affermando che non vi è alcuna difficoltà da parte dell’Algeria e che anzi, nelle ultime settimane sono arrivati dal paese circa 70 milioni di metri cubi di gas al giorno, ovvero il 36% circa del totale delle forniture e il triplo di quelle arrivate dalla Russia nello stesso periodo.

Alessandra Soldi


Fonti

  • Ansa
  • Ambasciata d’Italia – Algeri

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