| 

Wadi Rum: quando la terra incontra lo spazio

Immaginate che tutto, intorno a voi, sparisca improvvisamente. Non rimane nulla, né costruzioni, né persone, né città immense, ma neanche campagne verdeggianti o montagne innevate. Nulla. Intorno a voi rimane quello che sembra lo scheletro della Terra, l’essenza stessa del nostro pianeta. Non c’è nulla a ergersi sopra al paesaggio, la linea dell’orizzonte è dritta, e disturbata leggermente solo da qualche accumulo roccioso, che sembra sia lì da sempre. Soltanto voi, e la roccia, e la sabbia infinita. Il cielo si litiga con la terra uno spazio arancione e viola, mentre il vento bollente agita l’orizzonte e lo addensa in piccole onde. Intorno a voi cala la notte, dopo un tramonto che assomiglia alla coreografia di un circo muto, con acrobate e danzatrici vestite di ogni sfumatura del rosso e del viola. Il buio scende in pochi secondi, quasi come se il sole stesse fuggendo di corsa, e sentite il caldo abbandonare il vostro corpo mentre tutto, intorno, si raffredda. L’oscurità conquista centimetri di sabbia a morsi, prendendosi l’aria con il suo fiato ghiacciato, per lasciarvi ancora di più a galla in quella solitudine secca, sospesa su uno spazio irreale ma così naturale. Vi rimane solo la percezione vaga che intorno a voi lo spazio sia infinito, e che non ci sia confine alla libertà in quel luogo. Il mugolio di un dromedario che si addormenta vi invita a fare altrettanto.

Questo è ciò che ogni sera accade nel Wadi Rum, la valle della luna, il deserto giordano per eccellenza. In questa distesa di sabbia e rocce, che si amplia sul territorio per più di 700 km quadrati, la vita assume toni discreti e non fa il chiasso a cui siamo più abituati.

Formazioni rocciose che si stagliano sulla distesa sabbiosa

Il Wadi Rum si trova a sud della Giordania ed è un’estensione desertica formata dallo scorrere di un fiume. Le iscrizioni e le incisioni presenti sulle rocce – più di 20.000 in totale – fanno risalire la presenza umana nella valle a più di 1.000 anni fa, in periodo preislamico. Nel Wadi Rum si trovano alcune fra le più antiche iscrizioni islamiche in lingua araba.

Alcune incisioni sulla parete rocciosa di un canyon

Inoltre, ospita il punto più alto della Giordania: la montagna Jebel Ramm, alta quasi 1.800 metri. La parola “Rum” (pronunciata /ràmm/), infatti, vorrebbe dire proprio “alto”.

Nel 1998 questa immensa valle desertica viene dichiarata un’area protetta, mentre nel 2011 ottiene lo status di sito protetto dall’UNESCO. Il Wadi Rum è considerato una delle maggiori attrazioni turistiche della Giordania, insieme al famosissimo sito di Petra (qui un nostro articolo proprio su Petra).

Posizione del Wadi Rum (a sud) in Giordania (fonte: Burning Compass)

Il Wadi Rum non è solo un luogo turistico, ma ha attirato a sé le attenzioni della comunità cinematografica e di quella scientifica.

Infatti, nonostante sia stato ambientato in Arabia Saudita, il film del 1962 “Lawrence d’Arabia” è stato girato proprio nella valle del Wadi Rum. Secondo il regista David Lean, i paesaggi giordani di questa zona si adattavano particolarmente bene alle necessità visive del film, che puntava a ricostruire uno scenario saudita di inizio ‘900. Questo film ha vinto sette premi Oscar, e rimane nella memoria come un film cult.

Lean non è stato l’unico a scegliere il Wadi Rum: dal 2000, sono almeno cinque i grandi film girati in questo deserto. Hanno tutti una cosa in comune: la volontà di rappresentare un paesaggio alieno, spesso marziano, per girare scene ambientate nello spazio.

Fra questi, “The Martian” del 2015, che mostra allo spettatore un Matt Damon intento sopravvivere sul pianeta rosso. In realtà le sue avventure si sono svolte nei confini giordani, e lo stesso vale per il capitolo di Star Wars “Rogue One: A Star Wars Story“, girato nel 2016.

Davanti al paesaggio del Wadi Rum, i registi di Hollywood non sono stati gli unici a sentirsi di fronte a un panorama alieno, quasi come se ci si trovasse su Marte. Da questa semplice intuizione nasce la collaborazione del 2015 fra la NASA e la JSA, la Jordan Space Agency. Proprio in questa valle le due agenzie spaziali hanno condotto simulazioni utili a sperimentare le condizioni di vita su Marte. Durante queste simulazioni sono state testate nuove tecnologie utili alle missioni spaziali.

Fra il nome della valle, che è riconducibile a “alto” o “luna”, e la sensazione di essere su Marte, si può dire che il Wadi Rum è il punto dove la terra e lo spazio si incontrano.

n

n

Scorci paesaggistici del Wadi Rum

nn

Ad oggi, il Wadi Rum è una forte attrazione turistica per chi decide di visitare la Giordania. Si entra nella valle solo grazie al pagamento di una piccola tassa e ci si muove al suo interno solo grazie a guide esperte.

Queste spesso sono le stesse famiglie beduine che hanno abitato il deserto per secoli, e che ora vivono in un piccolo villaggio costruito loro dal governo giordano in un più ampio progetto di sedentarizzazione. Le popolazioni indigene del Wadi Rum erano infatti, tradizionalmente, nomadi e dedite alla pastorizia. Solevano spostarsi all’interno e attraverso il deserto, fino alla costruzione del Wadi Rum Village, un piccolo conglomerato di case e negozietti che si espande con gli anni e che ha raggruppato tutte le famiglie beduine a vivere nella stessa zona – alle porte della valle desertica.

Moltissimi beduini del Wadi Rum si dedicano all’attività turistica e accompagnano ogni giorno viaggiatori da tutto il mondo alla scoperta di quella sconfinata casa che è per loro il deserto. I mezzi di trasporto più diffusi sono maestosi dromedari dall’andatura dinoccolata, oppure jeep in grado di superare ogni ostacolo.

n

n

n

n

n

1) Una guida beduina prepara il pranzo sul fuoco. 2) Uno scorcio sul villaggio del Wadi Rum. 3 e 4) Dromedari si abbeverano alla fonte posta all’ingresso della valle . 5) Un altro ospite della valle si gode la comodità delle tende

nn

Il Wadi Rum è un luogo magico, soprattutto perché riesce ad esserlo senza fronzoli né pretese. Come molti paesaggi mozzafiato, è in grado di stupire con pochi, semplici, ma efficaci ingredienti: sabbia cangiante, rocce imponenti, ma soprattutto spazio e silenzio.

Ci si lascia coinvolgere completamente dalla calma del luogo, dalla non urgenza della vita beduina che gli spazi sconfinati impongono. Durante una giornata al Wadi Rum si riesce a scorgere, nascosto fra i ninnoli scintillanti che provano a venderti a ogni fermata del tour, un profondo senso di pace. Perché anche se l’acqua scarseggia, ti viene offerto un tè delizioso a ogni angolo. Perché la ritualità intorno al fuoco, e al cibo, e alle bevande, fa sentire che non ci sia nulla di più importante – ma allo stesso tempo futile – di quei minuti trascorsi intorno al fuoco a bere e parlare.

Perché il silenzio e il buio che cadono ogni sera su quegli orizzonti, pesanti come una porta di ferro sbattuta con forza, ti lasciano in solitudine davanti alla vita stessa, senza nessuna barriera intorno a proteggerti. Nel deserto si è soli, e per questo più uniti. Nel deserto si è terribilmente in pericolo, ma incredibilmente calmi.

Un campeggio per turisti nel Wadi Rum, con le caratteristiche tende

Un campeggio per turisti nel Wadi Rum, con le caratteristiche tende

Il deserto del Wadi Rum è uno dei posti giordani che mi porterò nel cuore con più cura, per più tempo. Si tratta di un’esperienza immancabile per chiunque passi dalla Giordania, ma lo raccomando proprio per la sua capacità di essere assurdamente splendido pur rimanendo una meta turistica classica e blasonata.

In questo video di Giuseppe Bertuccio D’Angelo, youtuber del canale Progetto Happiness, l’esperienza del Wadi Rum è narrata con dolcezza e maestria. Se non si riuscisse ad andare personalmente in questa valle lunare, questo breve documentario è un ottimo modo per fuggire dalla realtà e fare un piccolo, ma intenso, viaggio in Giordania.

Una tipica tenda beduina

Avana Amadei


Fonti

Articoli simili