I drusi: il popolo nascosto?

Chi sono i drusi?

I drusi sono un gruppo etno-religioso. Si conta che ne esistano circa un milione, che vivono principalmente in Medio Oriente, fra Siria e Libano. Esiste una consistente diaspora drusa, raccolta nel continente americano da nord a sud, oltre che in altri paesi mediorientali, soprattutto Giordania, Israele, Siria.

Il nome drusi deriva dalla forma plurale di darazi, ovvero duruz – il primo apostolo della religione drusa era infatti ad-Darazi, anche se poi è stato ripudiato.

La bandiera drusa. Fonte immagine: Wikipedia

La storia drusa

Attorno al precursore della religione drusa, il saggio persiano di fede ismailita Ibn Ahmad Ibn Ali, girano numerose leggende. Egli sarebbe giunto dalla Persia all’Egitto nell’XI secolo e avrebbe attirato le simpatie del califfo al Hakim, fino al punto di convincerlo della sua interpretazione dell’islam. Attorno ai due si formò una cerchia di curiosi e poi fedeli, sempre più convinti della veridicità degli insegnamenti di Ibn Ahmad. Tale califfo venne assassinato durante un ritiro spirituale e questo non fece che addensare l’alone di mistero che accerchiava le figure di Ibn Ahmad e al Hakim.

Proprio da questo episodio la comunità drusa inizia a subire vari attacchi e accuse di ogni tipo – una persecuzione che provocava la necessità di rimanere nella segretezza e di nascondere la propria fede. Mentre la comunità drusa rimasta in Egitto veniva sterminata e perseguitata, una parte di loro riuscì a fuggire verso le montagne del Libano, dove convertirono la popolazione locale. Tuttora i drusi vengono identificati come il popolo delle montagne.

Drusi riuniti. Fonte immagine: Mena-Studies.org

La religione drusa

Molta della storia drusa si racconta in segreto, poiché l’evoluzione di questo popolo e della sua cultura ha molto a che fare con il fatto di nascondersi, anche per evitare persecuzioni e condanne frequenti: i precetti della religione drusa sono custoditi gelosamente dalla popolazione, e trovare informazioni a riguardo non è sempre semplice. I drusi praticano la taqiyya, ovvero la pratica di dissimulare la fede: un comportamento che può mettere in salvo in caso di attacco.

I drusi disconoscono i cinque pilastri dell’islam, incorporando però numerosi elementi induisti e filosofici. Credono inoltre nella reincarnazione e che vi sia un numero prestabilito di anime esistenti, che si reincarnano mano a mano in corpi diversi. Questo, insieme alla segretezza del culto, contribuisce alla forte endogamia drusa – ci si può sposare solo all’interno della comunità, e solo nascendo da due genitori drusi ci si può considerare drusi.

I drusi sono monogami, e il matrimonio prevede che la sposa sia consenziente e abbia almeno diciassette anni. Dall’altro lato, il divorzio è assoluto e irrevocabile: una volta che la coppia si è ufficialmente separata, gli ex coniugi non possono nemmeno rivolgersi la parola.

Una sposa drusa siriana. Fonte immagine: ilPost

La politica drusa

In Siria, i drusi hanno contribuito grandemente alla rivoluzione del 1925 e al sollevamento contro il colono francese durante il protettorato. Tuttavia il passaggio dall’occupazione europea all’indipendenza (1947) non fu facile: i drusi avevano goduto di una certa autonomia sotto i francesi – autonomia che volevano mantenere anche nella neonata nazione siriana. Tali istanze non vennero viste di buon occhio e gli scontri non mancarono – i drusi non ottennero l’agognata indipendenza.

I drusi hanno spesso ricoperto ruoli di rilievo nella politica siriana, almeno fino all’ascesa del partito Ba’ath e della famiglia Assad, che hanno eroso la presenza drusa nel governo. Tuttavia nell’ambito della guerra siriana la comunità drusa o è rimasta neutrale o si è schierata al fianco del regime, capace di mantenerne la sicurezza nelle montagne e soprattutto meno minaccioso dei ribelli sunniti o delle milizie jihadiste.

In Libano i drusi sono una delle 18 comunità riconosciute dal governo e costituiscono il 5,2% della popolazione. Non hanno avuto grande spazio nel confessionalismo – il sistema che stabilisce la rappresentazione religiosa dei vertici dello stato e assegna a ciascuna comunità una carica statale, ma l’abitudine vuole che il Capo di stato maggiore dell’esercito sia proprio druso.

La figura di Kamal Jumblatt giocò un ruolo fondamentale durante la guerra civile libanese, quando la comunità si schierò quasi totalmente a favore del panarabismo e della resistenza palestinese. Oggi è il figlio di Kamal, Walid, a rendersi portavoce del popolo delle montagne.

Al centro in giacca e cravatta, Kamal Jumblatt. Fonte immagine: Google Arts&Culture

Avana Amadei

Fonti e approfondimenti

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