Il ruolo cruciale del canale di Suez

Il nome del canale artificiale che collega il mare del Golfo nella sua parte settentrionale e il mar Mediterraneo è comparso a più riprese nelle testate giornalistiche di molti paesi del mondo nel corso degli ultimi mesi. Il blocco provocato incidentalmente dalla nave cargo Ever Given lo scorso marzo, ha ricordato a molti l’importanza di questo canale, non solo per l’Egitto, stato nel quale si trova il canale stesso, ma per tutto il sistema di commercio internazionale che trova in questo passaggio artificiale un punto di snodo fondamentale.

Con i suoi 170 km il canale ha conosciuto diversi momenti di riqualificazione e ampliamento dopo la sua inaugurazione avvenuta nel 1869. Inizialmente infatti la sua larghezza contava solo 22 metri, oggi in alcuni punti raggiunge anche i 352 metri. Solo una nave dalle dimensioni mastodontiche come la Ever Given e soprattutto solo una serie di manovre scorrette su cui le autorità egiziane stanno ancora indagando, potevano provocare un incagliamento di questa gravità.

Tuttavia non è la prima volta che il canale di Suez arriva a godere di un periodo di forte celebrità. Forse in ragione della sua posizione così strategica o forse a causa di alcune contingenze storiche in cui si è trovato a giocare un ruolo da protagonista, le vicende che hanno coinvolto il canale sono state molteplici e diversificate, ma hanno confermato l’importanza di quest’aerea geografica negli ideali e nelle agende politiche di diversi paesi circostanti.

Fonte immagine: Googlemaps

La compagnia del canale e la modernizzazione dell’Egitto

La costruzione del canale di Suez è da collocare all’interno del periodo di reggenza sull’Egitto di Ismai’il (1862-1879). La seconda metà dell’Ottocento infatti ha rappresentato per l’Egitto un momento di apertura nei confronti delle imprese straniere con l’obiettivo di ottenere maggiori incentivi per lo sviluppo interno del paese. L’Egitto, pur restando formalmente sotto il dominio britannico, ne diviene di fatto indipendente. L’apertura del canale di Suez rappresentò il culmine di un lento ma inesorabile processo caratterizzato da forti interventi in campo sociale ed economico. I lavori furono portati avanti grazie al capitale prevalentemente francese ed egiziano e la cerimonia di apertura del canale era destinata a diventare uno degli avvenimenti più importanti del secolo.

L’obiettivo di Ismai’il, il khedive, era quello di dimostrare all’Europa che l’Egitto era una potenza diversa dal resto dei paesi africani, pronto a unirsi al progresso e alla modernizzazione iniziate in Europa. Tali considerazioni intrinsecamente influenzate dall’ottica orientalista proveniente dall’Europa stessa, saranno alla base degli inviti predisposti da Ismai’il per la cerimonia di apertura del 1869: tra gli ospiti vi erano diversi politici europei come l’Imperatore d’Austria e il Principe Ereditario di Prussia; alcuni scrittori francesi come Zola nonché molti scienziati e musicisti. Per l’occasione Ismai’il decise che sarebbe stato inaugurato anche il Teatro d’Opera del Cairo.

L’inaugurazione del Canale portò a un’inevitabile preoccupazione da parte inglese, che vedeva in esso una minaccia al suo monopolio commerciale con l’Asia e l’Oceano Indiano. Per questo motivo il governo britannico iniziò ad acquistare diverse quote del canale, approfittando della forte necessità di capitali richiesta dalla modernizzazione egiziana in corso. Tuttavia nel 1876 l’Egitto non riuscì a compensare questi investimenti con una crescita economica soddisfacente e dovette capitolare di fronte ai suoi debiti: fu imposto così sul paese, e quindi anche sul canale di Suez, un controllo finanziario anglo-francese destinato a durare diversi anni.

La crisi di Suez

Il canale di Suez ha quindi rappresentato fin dalla sua apertura un simbolo di forza e indipendenza per l’Egitto, con cui avrebbe condiviso l’indipendenza solo alcuni anni più tardi. L’Egitto infatti raggiunse l’indipendenza formale dalla Gran Bretagna nel 1922 ma fu solo con l’avvento di Jamāl ʿAbd al-Nāṣir (Nasser) che sia questo stato che il canale di Suez raggiunsero una reale autonomia. Infatti con la presa di potere di Nasser, il governo egiziano decise di nazionalizzare la Compagnia del Canale di Suez per ottenere finanziamenti atti alla costruzione del gigantesco progetto di irrigazione che prendeva il nome di Diga di Assuan. In questo modo di fatto l’Egitto di Nasser subentrava nell’amministrazione del canale, provocando non poche preoccupazioni tra coloro che ne usufruivano, presi dal timore che ciò avrebbe condizionato libertà di utilizzo del canale sulla base di interessi politici.

Per questo motivo tale azione del governo egiziano fu interpretata dai governi inglese e francese come un atto di ostilità: sia gli inglesi che i francesi infatti avevano investimenti nella società che aveva costruito e possedeva il canale. Inoltre tale atto di forza aveva di fatto garantito un sostegno ancora più forte all’interno dei paesi arabi nei confronti della figura politica di Nasser, che si era presentato fin dall’inizio come fiero liberatore delle popolazioni arabe dalle ingerenze straniere e dalla minaccia di Israele per la popolazione palestinese.

Anche Israele analizzò attentamente la situazione, intravedendo nella tensione tra Gran Bretagna, Francia ed Egitto un’occasione per indebolire quest’ultimo. Il risultato fu quindi un accordo segreto tra Francia, Gran Bretagna e Israele per attaccare l’Egitto e sovvertire il governo di Nasser. Le forze israeliane invaserò così l’Egitto nell’ottobre del 1956 e si spinsero verso il canale di Suez. Secondo il precedente accordo stretto, Francia e Gran Bretagna inviarono quindi un ultimatum sia all’Egitto che ad Israele, chiedendo la ritirata dalla zona del canale di Suez. Come era prevedibile, Nasser rifiutò e tale rifiuto diede a Gran Bretagna e Francia il pretesto per attaccare. Tuttavia gli equilibri erano molto diversi da quelli che avevano caratterizzato il resto del XX secolo: la Francia e la Gran Bretagna avevano perso il loro ruolo primario sulla scacchiera mondiale e le sorti della crisi di Suez furono decise dai due nuovi protagonisti del secondo dopoguerra: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Entrambe le potenze non avevano interesse a peggiorare l’equilibrio già precario della zona e non potevano sostenere un’azione portata avanti in maniera indipendente dalle loro alleanze: per questo motivo, sotto pressioni sovietiche e statunitensi, tutte e tre le potenze furono costrette a ritirarsi. Nasser e l’Egitto invece ne uscivano come i nuovi eroi di un mondo arabo che si iniziava a percepire come fortemente interconnesso. Il canale di Suez tornava a essere il simbolo di indipendenza e di forza che Isma’il aveva ricercato intraprendendone la costruzione.

Fonti immagini: biografieonline – ispionline

L’inaugurazione del Canale e la musica

Il canale di Suez non è legato solo a epocali avvenimenti storici, ma anche a pezzi musicali di importanza indiscussa. In particolare la figura del musicista e compositore italiano Giuseppe Verdi risulta in diversi modi interconnessa alle vicende dell’Egitto. In primo luogo, in occasione dell’inaugurazione del Teatro d’Opera sopra citato, fu messa in scena proprio un’opera di Verdi, il Rigoletto. Ma il vero collegamento esistente tra il canale e il genio dell’opera italiano è l’Aida. Tale opera infatti fu commissionata dallo stesso khedive Isma’il per celebrare l’apertura del canale di Suez e Verdi, nonostante le iniziali reticenze, si convinse infine ad accettare.

A causa di alcuni disordini in corso in Europa, la prima, tenutasi al Cairo, fu rimandata fino al 1871 (quindi due anni dopo l’apertura del canale). Quest’anno quindi si festeggiano i 150 della straordinaria e celeberrima composizione di Giuseppe Verdi.

Elena Sacchi


Fonti

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